Questo Festival di Sanremo è come nuotare nell’acqua dolce con due pesi alle caviglie, mentre normalmente qualsiasi show è tipo sguazzare nel mare, con l’acqua salata che ti sorregge e con le pinne che ti fanno muovere rapidamente. Questa la metafora utilizzata da Fiorello in conferenza per giudicare la seconda co-conduzione della kermesse, dopo la prima, strepitosa, annata.
Festival di Sanremo: l’esperienza più complicata di sempre
Affrontato un Festival in tale condizioni pensa di poter fare qualunque cosa. Nonostante il contesto estremamente complicato a partire dalla platea vuota, un controsenso per chi svolge la stessa professione del siciliano, Rosario si è confermato ancora una volta il numero uno nell’intrattenere. Nessuno riesce a raggiungere le vette toccate dallo showman, tra le cui doti c’è pure quella di improvvisare e creare dal nulla sketch esilaranti.
Tuttavia, il Festival di Sanremo 2021 si è rivelato, per stessa ammissione del diretto interessato, l’esperienza più complicata di sempre, analogamente a chiunque altro lavori perché da un anno a questa parte il Paese è in crisi. È una situazione generale, che tocca pure il loro mondo. Uno cerca di andare sul palcoscenico per sorridere e fare sorridere, ma lui stesso ha angosce quotidiane.
Una seconda spalla sarebbe stata una zavorra
Non appena si mette il piede sul palcoscenico subentra la magia di essere lì per esibirsi. In quegli istanti Fiorello è felice, allegro. Poi esce e va in camerino, prende il cellulare, chiama casa, un saluto alla mamma, chiede se è andata bene, ha le sue insicurezze.
A chi gli domanda se una seconda spalla avrebbe alleggerito il peso del Festival di Sanremo, Fiorello ha risposto “no”. È uno egocentrico, gli piace stare da solo. Pertanto, la sua spalla può essere esclusivamente il suo amico Amadeus, non potrebbe avere di fianco un altro comico, sennò diventerebbe una gara. Un’edizione del genere era possibile unicamente così, con due amici alla conduzione.
Festival di Sanremo: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato
Persino il migliore comico al mondo sarebbe andato parecchio in difficoltà in tale situazione: non hai reazioni, non sai se funziona, quando fai la battuta senti il vuoto. Di conseguenza ha optato per una comicità non artefatta, entra in scena apposta anche nel momento in cui non è previsto, cambia in corsa a puntata cominciata, decide sull’istante, improvvisa al volo. La gente ha attualmente l’esigenza di buonumore, non di comicità sfrenata.
Il 2022 dovrebbe essere l’anno del tutti vaccinati, della realtà. Ma non tornerà. Nella sua carriera ha sempre fatto passare un po’ di anni tra uno spettacolo e l’altro, tra un programma e l’altro. Con Sanremo ha già investito parecchio, negli ultimi quattro anni è stato presente in tre occasioni, una con Baglioni e due con Amadeus. Se avrà la fortuna di arrivare a 70 anni ne riparleranno, ma in realtà sa già che non accetterà in quanto a quell’età sarà già in pensione.
FONTE: Corriere della Sera