Divide i social Beatrice Venezi, presente ieri sera sul palco del teatro Ariston, per annunciare i concorrenti in gara per la categoria Nuove Proposte del Festival di Sanremo. C’è chi la sostiene (“occasione sprecata”) e chi invece la difende (“un calcio al politicamente corretto”). Nell’appuntamento di venerdì 5 marzo la donna ha brillato tra Amadeus e Fiorello – almeno su questo tutti sono d’accordo – nel ruolo di-conduttrice. Ma al centro della querelle c’è la decisione di farsi chiamare “direttore d’orchestra”.
La trentunenne originaria di Lucca è una delle poche professioniste femminile nel settore. Certo non l’unica, ma un primato lo detiene: è la donna più giovane a dirigere un’Orchestra in Europa. Ad Amadeus che, al Festival di Sanremo, le chiedeva come preferisse essere chiamata Venezi ha risposto sottolineando come per lei vengano innanzitutto la preparazione e il talento con cui si volge un certo lavoro.
Le professioni hanno un nome preciso e, nel caso suo, è ‘direttore d’orchestra’. Si assume la responsabilità di quanto afferma, ha concluso. In realtà, da un punto di vista puramente grammaticale, in italiano direttore si declina al femminile, diventando pertanto direttrice (esattamente come il dottore diventa dottoressa) e la ragione per cui solitamente si coniuga al maschile è semplicemente perché storicamente gli uomini hanno ricoperto tale ruolo.
Il dibattito relativo al Festival di Sanremo, e, nello specifico, la figura di Beatrice Venezi, ha suscitato la reazione pure della politica. Interpellata dall’agenzia di stampa Adnkronos Laura Boldrini ha dichiarato che la declinazione femminile la si accetta in determinate mansioni tipo commessa, operaia o contadini, e non nel momento in cui la scala sociale sale, pensando che il maschile conferisca una maggiore autorevolezza.
Invece – ha proseguito l’esponente del Partito democratico – il femminile è bellissimo. Secondo lei è un problema serio che denota scarsa autostima. Pertanto inviterebbe Beatrice Venezi a leggere cosa indica l’Accademia della Crusca, la principale autorità della nostra lingua. Se il femminile viene celato, si nascondono parecchi sacrifici e sforzi compiuti, ha chiosato la Boldrini.
Del resto che Beatrice Venezi aveva già chiarito in passato quale fosse la propria opinione in merito alla questione. Quattro anni fa sul podio del Festival di Torre del Lago per dirigere La Rondinella, alla domanda se il suo essere una donna, bella e giovane, ne avesse favorito la carriera rispondeva in senso contrario.
Nessun vantaggio. Anzi. Le forme di pregiudizio esistono, sono un retaggio culturale. Sebbene le donne-direttore d’orchestra non costituiscano più un caso isolato e la situazione stia cambiando, prevedeva che ne sarebbe servito di tempo prima di non essere giudicata anzitutto per il sesso, poi per la professionalità. Triste dirlo, ma le polemiche insorte a Sanremo dimostrano quanto avesse ragione…
FONTE: La Repubblica