Zucchero Fornaciari: la confessione sulla sua grave depressione

Zucchero racconta della sua grande depressione che lo ha colpito per 4 anni durante la sua carriera.
Zucchero

Zucchero Fornaciari si confessa in un’intervista e afferma di aver sofferto di forte depressione, che ha rappresentato per lui quattro anni di disperazione, con incubi e attacchi di panico, spesso durante i concerti. Vediamo come è riuscito ad uscirne.

La confessione di Zucchero di aver sofferto di depressione

La sua confessione è dura e lo ammette durante un’intervista a OK salute e benessere; ne è potuto uscire solo grazie all’intervento di uno psichiatra e degli antidepressivi, stiamo parlando dell’anno 2013.

Questa confessione di Zucchero fece molto scalpore nell’ambiente, mai che si potesse pensare che degli artisti così importanti e famosi potessero avere questi problemi; ma lui si confessa e racconta:

  • “Se oggi amo di nuovo la vita è per merito della psichiatra e dei farmaci. Tra il 1989 e il 1993, nel periodo in cui ho scritto non a caso l’album Miserere, ero messo piuttosto male. Mi ero separato, avevo problemi personali, mi sentivo senza riferimenti. Più l’umore andava giù e più mi isolavo. Sono andato a vivere in una casetta sul mare, non sapevo più con chi stare, non mi interessava più niente, addirittura non volevo più suonare. Alcuni amici, nonostante tutto, hanno cercato di starmi vicino, di sopportarmi. Io non volevo nemmeno uscire di casa e loro mi invogliavano, ma io niente, avevo il terrore di uscire”.

Il cambiamento poi è stato molto graduale e lungo, sono riusciti a tirarmi fuori e mi hanno portato in un negozio di antiquariato; lì mi è piaciuto un vecchio mobile.

  • “E’ stato un tragitto lungo, ma ora posso dire che ce l’ho fatta. In quel periodo orribile, mi toccava fare la tournee di Miserere e io proprio non ce la facevo, avevamo fissato concerti dappertutto nel mondo, gli sponsor avevano già pagato, se avessi mollato avremmo dovuto pagare penali salatissime. E allora ho chiesto aiuto ad uno psichiatra, parliamo di un luminare, il professor Cassano a Pisa. Lui si è preso cura di me, e mi ha detto che se non andavo in tournée mi sarei dovuto ricoverare nel reparto psichiatrico. Difficile farlo credere al pubblico; ma come, ha i soldi, ha tutto quello che vuole, e allora cosa devono fare quelli che vanno a lavorare in fabbrica. Qui in Italia la depressione non è considerata una malattia. Sono andato in tournée prendendo per un anno il Prozac. Devo molto ad una donna, Laura, un angelo caduto in terra. Si occupava di me, tutte le sere mi preparava il bicchiere d’acqua con la pasticca antidepressiva perché non riuscivo più a dormire. Non sono uscito di casa per sei mesi talmente che stavo male. Era una bella donna ma non riuscivo ad innamorarmi, l’ho fatta soffrire molto. Non dico che gli artisti hanno per natura la depressione, ma nella storia dell’arte ce ne sono tanti, una volta la chiamavano malinconia. E’ vero anche che uno stato malinconico ti aiuta a scrivere canzoni bellissime, a me le migliori sono venute fuori quando stavo male”. 
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